La notte del 2 maggio si è accesa una nuova piccola luce, un’altra stella caduta sulla Madre Terra.
fotografie di Francesco Mazza
Grazie all’iniziativa di Nando e Paolo e alla loro collaborazione con Walter, per noi de La Casa per le Arti è stata una giornata indimenticabile, una sorta di prova generale del nostro modo di intendere l’arte: condivisa, collaborativa, interdisciplinare, inserita armoniosamente nel paesaggio, attenta e rispettosa della Natura e dell’ambiente, aperta alle contaminazioni. Terra Madre è un’opera di land art, una delle Scritture magiche progettate da Walter, è l’immagine di un archetipo che, risuonando con la matrice macrocosmica, canalizza energie sula terra. Costruita sul numero 8 (l’energia femminile, l’infinito, l’unione tra terra e cielo) e su misure auree, dinamizza il luogo e vitalizza l’ambiente circostante.
Terra Madre è un invito a osservare e comprendere nel tempo la verità contenuta nella formula di Ermete Trismegisto “Come in alto, così in basso”. Ad accogliere le leggi universali e a verificarle nell’esperienza quotidiana.
L’uliveto messo a disposizione, di cui Nando ama definirsi custode e non proprietario, grazie a questa nuova potente presenza, si sta trasmutando e già sta vivendo una nuova vita. Sono infatti in cantiere ulteriori progetti e altri ne nasceranno.
Tutti gli artisti che hanno donato il proprio contributo sono andati oltre la rappresentazione di se stessi, oltre il recinto dell’ego in cui spesso essi stessi si confinano, hanno attivato le forze del cuore, il proprio centro del calore, il fuoco sacro che dimora in ognuno di noi. E dunque, tutti al lavoro con gioia per realizzare un progetto in cui la voglia di stare insieme per qualcosa di bello è prevalsa su tutto. L’entusiasmo per un ideale fa sorgere nuove forze di vita che poi si irradiano tutt’intorno. E quel giorno eravamo davvero in tanti.
La celebrazione quindi non poteva che avvenire con il Fuoco, signore della passione, del potere come volontà in azione, del cambiamento.
Claudia Di Domenica ed Elena Mastracci di Rogo Teatro, l’una in bianco, l’altra in nero, emblemi della dualità, danzando e declamando dentro la stella ci accompagnavano fisicamente e simbolicamente in un percorso ascendente di consapevolezza verso la sorgente dell’esistenza; fra la Luna piena nel Cielo e un primo enorme falò sulla Terra appariva l’Angelo della Gravità, rosso acceso e oro fra il verde tenero delle querce, un’immaginazione di Walter in cui ognuno può riconoscere se stesso e il viaggio iniziatico dell’esperienza nella materia. In questo palcoscenico Carla Robertson e Fiore Zulli di Teatro Simurgh ci regalavano suggestioni sonore e poesia mistica. Poi, Armando Fragassi, Clorinda Di Venanzio e Mara Onda ci riportavano giù, verso Terra Madre in un crescendo di letture e note di flauto, metafore delle età della vita fatta di passi, soste, pause, suoni, parole. E mentre al centro della stella si accendeva un secondo grande falò a salutare il Sole dietro i monti e la fine del giorno, scendeva un lungo, incredibile silenzio… il Tempo si fermava nell’incantesimo del Fuoco che saliva espandendosi in mille scintille evanescenti come una preghiera. Nel Qui e Ora.
E infine la festa, i tamburi della scuola di percussioni di Pino Petraccia, gli acrobati Valentina Floro e Cristiano Coia de La tenda in Circolo, le danze, i canti.
Grazie a tutti, al Cielo, al Fuoco, a Terra Madre.
Un commento
armando
Il flauto magico di Alice Petraccia ha accompagnato le letture ….