Fonte Tettone, ecco Terra Madre: ha un diametro di 21 metri L’artista Zuccarini: «Usiamo materiali ecocompatibili»
di Rossano Orlando
PRETORO. Vista dall’alto ha le sembianze di una stella caduta sulla terra. Ha anche un nome ma non se l’è portata dietro: l’hanno chiamata Terra Madre, in omaggio alla montagna “madre” degli abruzzesi, la Maiella. La si può anche toccare con mano: appena sopra la fontana di località Fonte Tettone, a 1.650 metri di altitudine, nel Parco nazionale. Beh, certo, degli astri ha solo le sembianze. Si tratta, invece, di un’opera di land art, una forma di arte contemporanea conosciuta anche come earth art,earth works («arte della terra», «lavori di terra»), sorta poco prima degli anni Settanta negli Stati Uniti e caratterizzata dall’abbandono dei mezzi artistici tradizionali per un intervento diretto dell’operatore nella natura e sulla natura. Terra Madre ha un diametro di oltre 21 metri e una superificie di 400 metri quadrati. È stata costruita uando 13 metri cubi di ghiaia della Maiella, 250 metri di corde di canapa e canna di bambù.
È in quota che Walter Zuccarini, ideatore e direttore dell’iniziativa, ha collocato la sua stella, cadiuvato da Stefania Barbetta ed Emilia Longheu, da alcune associazioni culturali come Cisc Abruzzo, La Casa per le Arti, Associazione Donne Immigrate, e dagli studenti dell’Università D’Annunzio coinvolti nel progetto Io Rispetto-Identità in movimento, promosso dalla Provincia di Pescara e patrocinato dall’Unione delle Province d’Italia e Dipartimento della gioventù della Presidenza del Consiglio dei ministri, progetto finanziato con fondi europei.
Scopo dell’iniziativa? Migliorare le relazioni interculturali tra giovani autoctoni e migranti. Così per quattro giorni, un gruppo di dieci-quindici persone ha lavorato gioiosamente e alacremente alla realizzazione di questa “scrittura magica”, un grande simbolo disegnato sul terreno che ha unito, attraverso il linguaggio universale delle immagini e dell’arte, persone impegnate nelle attività di inclusione sociale dei giovani migranti, diritti umani, dialogo interculturale.
«La land art è una forma di arte che si fa nella natura utilizzando materiali ecocompatibili, con la gente e fra la gente, alla luce del sole», spiega Zuccarini, «si tratta di un’arte ecosostenibile, adatta a disseminare il territorio della nostra regione ricca di parchi e riserve naturali».
Questi i partecipanti all’iniziativa: Walter Zuccarini, Stefania Barbetta, Emilia Longheu, Lucrezia Lalli, Luca Bruno (associazione culturale La Casa per le Arti), Massimiliano Rutolo, Stefania D’Annunzio, Veronica Pellegrini (Cisc Abruzzo) Francesca Buccione, Emilio Nuozzi, Lauren Sproule, Roberta D’Orazio, Lorena Cyrbisa, Serena Coletta, Anastasia Delle Monache, Roberta Gabrieli (Università D’Annunzio) Luna, Luigi Marrone, Armando Di Nunzio, Michela Matricardi, Nico Petraccia, Stefania Quaglietta, Alessandro di Muzio, Fulvio Cocco, Anna Lisa Di Matteo, Carlo Festa, Dario Mosca, Pietro Rosica, Emidio Di Martino,Zaira Fusco e Francesco Mazza (collaboratori spontanei).
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